Caro Davide

 Cominciamo con il pranzo di Pasqua. Accidenti che abbuffata. E meno male che arrivato al dolce hai preso solo una fetta rettangolare (quanti cm2 ?) di una torta con sovraimpresso un bel po' di panna e cioccolata. Io avrei anche preso un qualche tiramisù, della frutta sciroppata, annegata in liquore. Sei sicuro che non ci fossero delle bignole ri-piene di dolce crema? Hai fatto poi male a non volere assaggiare la deliziosa torta di limo-ne e la cheese cake (un po' di inglese non guasta mai)! In quanto a stare a tavola fino alle cinque anch’io ho qualche ricordo. Per esempio quell’anno che sono andato dal cugino Bepi… il giorno della festa del paese (vedi il capitolo mens sana…).
Adesso so che Gomez deriva dall’Argentina. Ti piacerebbe andare a vedere i luoghi che hanno visto crescere tuo padre e dove per tanti anni sono vissuti i tuoi nonni? Luoghi sterminati, dove si può ancora trovare la solitudine. Hai letto qualche libro ambientato in Argentina? Io ho letto solo La Cognizione del Dolore  di Gadda, uno scrittore italiano che è vissuto là parte del tempo. Un bel libro per quando sarai grande.
Durante la seconda guerra mondiale ho avuto una esperienza anch’io di dover ab-bandonare tutto, caricare poche cose su un carrettino e nascondersi nelle montagne. Ma poca cosa rispetto alla tragedia dei kosovari. In ogni caso faceva impressione vedere la lunga fila di uomini, donne bambini, pieni di fagotti, a piedi. E sopra la testa c’era pure il rumore di aerei che passavano per andare a sganciare bombe da qualche parte. 
Io ho vissuto quello sfollamento forzato come un’avventura. Sono sicuro che anche la fantasia dei bambini, quando ne saranno usciti farà ricordare la tragedia come un’avventura. Brutta, ma avventura. In fondo è quello che fa - e che lo fa salvare - il bimbo ebreo deportato nel lager nel film La vita è bella. Hai visto il film? Credo che il messaggio forte del film sia che l’esistenza non sarebbe sopportabile se non ci fosse ogni tanto un po' di riso, un po' di fantasia che addolcisca la tragedia. 

Ciao

zio Lucio